Plus e Minus 24 del 30/03/2025
- Marco Picetti
- 30 mar
- Tempo di lettura: 3 min

Sin da quando ho iniziato a lavorare come consulente finanziario, uno dei riti del sabato mattina è comprare Il Sole 24 ore a cui è allegato l'inserto "Plus 24"e leggerlo al bar davanti ad una buona tazza di caffè (rigorosamente senza zucchero). Ho osservato l'evoluzione di questa pubblicazione nel corso degli ultimi due decenni e non ho potuto che notare un graduale abbassamento del livello dei contenuti, a favore della necessaria esigenza di incassare maggiori introiti pubblicitari.
Nonostante questo, il sole 24 ore ed il suo inserto del sabato offrono argomenti di riflessione. Quindi se non hai tempo di leggere il giornale, ecco qui i plus e i minus di sabato 29/03/2024.
Minus
Prima di addentrarci nel post, vorrei fare una premessa: l'inserto di questa settimana è povero di spunti, ma ricco di inserzioni di banche che promuovono il loro esclusivo servizio di private banking e allora oggi ho pensato di approfondire questo argomento.
Plus
Ma cos'è il private banking e cosa lo differenzia rispetto ai servizi offerti ai clienti retail?
Il private banking in Italia è oggi uno dei comparti più strategici e redditizi per le banche. Si rivolge generalmente a persone fisiche con un patrimonio investibile superiore a 500.000 euro, anche se alcune banche fissano la soglia minima a 1 milione di euro. Il private banking consiste nell'offrire soluzioni di investimento di natura finanziaria e servizi legati alla pianificazione patrimoniale, successoria, oltre che l'accesso a prodotti di nicchia come quelli legati al private equity.
Come viene remunerato il servizio?
I clienti del private banking in Italia sostengono diversi tipi di commissioni per la gestione dei loro patrimoni, che possono includere:
Commissioni di gestione: applicate su fondi comuni, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi.
Commissioni di performance: addebitate quando gli investimenti superano determinati livelli di redditività.
Commissioni di consulenza: per servizi di advisory personalizzati.
Commissioni di transazione: relative all'acquisto e vendita di strumenti finanziari.
Un cliente “private” in Italia (con patrimonio > 500.000 €) sostiene commissioni lorde annue molto variabili, a seconda degli strumenti utilizzati:
Gestioni patrimoniali: 1,0% – 1,5% annuo
Fondi comuni: commissioni totali (tra gestione, ingresso, performance) tra 1,5% e 2,5%
Polizze Unit-linked: fino al 3,0% annuo (inclusi costi accessori e retrocessioni)
Advisory fee (modelli evoluti): tra 0,30% e 1,0% fisse su base patrimoniale
Secondo AIPB e Prometeia, la struttura media dei portafogli italiani resta orientata verso strumenti ad alta marginalità, con ampio uso di prodotti di casa e gestioni delegate. Questo consente alle banche di incassare commissioni lorde molto elevate, anche oltre il 2% medio sul patrimonio gestito (fonte: ricerca AIPB-Prometeia 2023–2024).
Un cliente con 1 milione di euro quanto può pagare il servizio?
Tra 10.000 e 20.000 € l’anno in commissioni lorde (dipende dalla composizione)
L’80% delle commissioni pagate dal cliente serve a coprire costi (distribuzione, IT, compliance, struttura), mentre solo il 20% circa diventa utile netto per la banca
Fideuram-Intesa Sanpaolo, ad esempio, ha masse gestite per 394,4 miliardi di euro ed un utile netto di 1,5 miliardi di euro, ossia circa 3.800 € di utile netto per milione gestito (fonte: dati Intesa Sanpaolo 2024 – AIPB).
L’obiettivo di questa analisi non è affermare che il servizio di private banking sia “caro” in senso assoluto.
Secondo la scuola austriaca di economia, il valore di un bene o servizio è sempre soggettivo: dipende dalla percezione individuale di utilità, non da un prezzo “oggettivo”.
Detto questo, ciò che oggi manca ancora nel private banking italiano è un livello sufficiente di trasparenza e confrontabilità.
Se sei interessato a conoscere il prezzo del servizio di private banking, il mese di aprile è il momento giusto. Contattami e scopri come ricevere questa informazione alla tua banca.
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