Plus e Minus 24 del 22/03/2025
- Marco Picetti
- 23 mar
- Tempo di lettura: 3 min

Sin da quando ho iniziato a lavorare come consulente finanziario, uno dei riti del sabato mattina è comprare Il Sole 24 ore a cui è allegato l'inserto "Plus 24"e leggerlo al bar davanti ad una buona tazza di caffè (rigorosamente senza zucchero). Ho osservato l'evoluzione di questa pubblicazione nel corso degli ultimi due decenni e non ho potuto che notare un graduale abbassamento del livello dei contenuti, a favore della necessaria esigenza di incassare maggiori introiti pubblicitari.
Nonostante questo, il sole 24 ore ed il suo inserto del sabato offrono argomenti di riflessione. Quindi se non hai tempo di leggere il giornale, ecco qui i plus e i minus di sabato 22/03/2024.
Minus
Nell'editoriale che compare in prima e terza pagina dell'inserto, intitolato "Quel milione di euro (non virtuale) che va al macero", l'autore si rammaricata del fatto che verrà archiviato l'obbligo di comunicare nomi e cognomi di tutti coloro che hanno negoziato criptovalute e le loro posizioni aperte.
In pratica, le piattaforme in cui è possibile scambiare/acquistare/vendere criptovalute fino alla fine del 2024 erano obbligate a comunicare all'OAM (ossia l'organismo di controllo su agenti in attività finanziaria, mediatori creditizi e altri soggetti tra cui gli operatori di valute virtuali) i dati relativi all'ordinante e al beneficiario di ogni operazione in criptovalute, al fine di garantirne la tracciabilità e l'individuazione di operazioni sospette.
L'autore offre anche un quadro dell'ammontare di criptovalute detenute dagli italiani (2,6 miliardi di euro) e del capitale medio impiegato in questa forme di attività pari ad € 1.634,00, aggiungendo come questo sistema informativo fosse fondamentale per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.
A favore delle sua tesi cita il fatto che nell'ultimo anno sono state fatte 35 richieste di estrazione dei dati all' OAM da parte di autorità come Guardia di Finanza, Carabinieri, Banca d'Italia e Polizia di Stato e che anche l'Agenzia delle entrate si era interessata per accedere a tali informazioni.
Infine, sottolinea come nell'ultimo anno gli italiani che hanno deciso di fare una scommessa sulle criptovalute sono aumentati di 110.000,00 unità.
Ancora una volta la figura dell'acquirente di criptovalute, e implicitamente di bitcoin che rappresenta il 60% del mercato, viene demonizzato e rappresentato come uno scommettitore, in alcuni casi dedito al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.
I numeri citati dicono esattamente l'opposto: 35 richieste (su 1,6 milioni di acquirenti) di richieste di accesso ai dati da parte delle autorità di controllo e un capitale medio investito di € 1.634,00 non conducono certo alle conclusioni dell'articolo.
L'economista Saifedean Ammous, autore, tra gli altri, del libro best seller (tradotto in 38 lingue) "Il Bitcoin Standard", nell'ultimo capitolo del suo lavoro intitolato "Domande su Bitcoin" affronta il presunto legame tra criminalità e bitcoin.
Ammous, citando un articolo del Wall Street Journal del 2017 intitolato "The Morning Risk Report: Terrorism Financing Via Bitcoin May be Exaggerated", considera un pregiudizio infondato l'accusa rivolta a bitcoin di essere una valuta particolarmente adatta ad attività criminali.
L'economista sottolinea infatti che il libro mastro di bitcoin è globalmente accessibile e immutabile, conservando lo storico di ogni transazione fino a quando sarà operativo. Quindi è molto più difficile cancellare la traccia dei fondi transitati attraverso un indirizzo Bitcoin, che non un indirizzo e-mail o un indirizzo IP.
Forse il rammarico più grande dell'autore dell'articolo di Plus 24 è dato dal fatto che il grande occhio dello Stato non potrà morbosamente sbirciare dentro le transazioni private di ciascun acquirente di criptovalute.
Se sei interessato ad avvicinarti al mondo bitcoin e proteggerti dall'inesorabile declino delle valute fiat come dollaro ed euro, scrivimi qui:
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